Intervista da ilbernina.ch a Franco Milani | Pro Grigioni Italiano

Intervista da ilbernina.ch a Franco Milani

Articolo - Intervista da ilbernina.ch a Franco Milani

Intervista a cura di Maurizio Zucchi

Viviamo una fase di profondo ripensamento della strategia cantonale per il rafforzamento del trilinguismo nei Grigioni, come testimoniato anche dalle 80 misure studiate dal Governo di concerto con Pro Grigioni Italiano e la Lia Rumantscha. Dopo aver analizzato la situazione relativa alla governance e quella delle istituzioni scolastiche, abbiamo perciò sentito Franco Milani, presidente della Pgi, per chiedere cosa cambierà per il sodalizio sia a livello politico che nella pianificazione delle sue attività concrete. Ne emerge una Pgi che cerca di bilanciare la propria tradizionale presenza nel Grigionitaliano e la necessaria attenzione verso gli italofoni che vivono in altre regioni del Cantone.

Buongiorno Milani, quali sono le misure più importanti indicate dal Governo nell’ambito della governance?

Le misure più importanti sono quelle che il Governo ha indicato con la priorità 1 e 2, finalizzate all’attuazione di una strategia trilingue da parte del Cantone da controllare e aggiornare continuamente, sempre nel rispetto della legge sulle lingue. Vanno poi intensificati i contatti con il Canton Ticino e con i cantoni bilingui (BE, VS, FR) per trarne spunti tesi a migliorare la situazione nel nostro territorio.


In quali settori la Pgi intende battersi maggiormente, a livello politico e di governance, per la difesa dell’italiano nei prossimi mesi?

Le questioni più urgenti sono almeno quattro, e più precisamente:
    •    la verifica dell’avanzamento dei lavori per la creazione di uno sportello linguistico
    •    gli interventi e il controllo affinché la riforma della formazione professionale per impiegati di commercio non penalizzi la nostra lingua
    •    la promozione dell’insegnamento e delle scuole bi- e trilingui
    •    la valutazione cantonale in merito alla situazione dei media e il conseguente sostegno agli organi d’informazione in lingua italiana.
Per raggiungere questi obiettivi è opportuno collaborare con vari interlocutori che operano nel Grigionitaliano e pure con la Lia Rumantscha, in quanto pur avendo esigenze diverse, le organizzazioni linguistiche sono spesso confrontate con temi e problemi simili e di interesse comune. È giunto il momento di unire le forze!


Qual è l’importanza di una giornata del Grigionitaliano? Non si corre il rischio che diventi una manifestazione autoreferenziale?

Chi ha letto il recente «Messaggio sulla cultura 2021–2024» avrà notato come la Confederazione auspichi che in futuro le organizzazioni linguistiche sensibilizzino maggiormente la popolazione al plurilinguismo e coinvolgano gli attori attivi in questo ambito. Una cosa che la Pgi aveva già cominciato a fare (come dimostra il prossimo volume trilingue della nostra Collana letteraria, realizzato con l’Alta Scuola Pedagogica, che rafforzerà i legami con le altre comunità linguistiche e offrirà alle scuole la possibilità di conoscere meglio il Grigionitaliano), ma che ora vogliamo tradurre in un progetto tangibile, ricorrente e aggregatore capace di collegare tanti attori tra i quali le associazioni locali e cantonali, i comuni, le regioni e i protagonisti della scena artistica ad ampio raggio. È così nata l’idea di ampliare l’animazione culturale dei Centri regionali con delle «Giornate Grigionitaliane». Anche se il termine non è nuovo, le «Giornate Grigionitaliane» saranno delle manifestazioni di nuova concezione, una versione potenziata dei vecchi «progetti sovraregionali» e conterranno parecchie attività tese a dare visibilità a tutto il Grigionitaliano, mostrandone la sua vivacità. Per essere percepite dalla popolazione, queste giornate faranno capo a grandi manifestazioni coinvolgenti tutto il Sodalizio e attireranno l’attenzione del pubblico sui tanti cantieri in atto. Ci saranno eventi di piazza, inviteremo espositori locali, organizzeremo visite guidate, approfondimenti culturali, un concorso letterario, un’esposizione tematica relativa al giornalino “Mondo Nostro”, una tavola rotonda con approfondimenti pubblicati anche sui Quaderni grigionitaliani e molteplici incontri. Vogliamo dare voce alla popolazione e ai giovani, approfondire temi e ricerche, oltre che puntare sul coinvolgimento locale. In futuro il Grigionitaliano deve essere ancora più unito e coeso se vogliamo avere un maggiore peso politico.


Si parla di manifestazioni culturali sia nel territorio che nella diaspora: come la Pgi intende attrezzarsi vista la concentrazione di personale e risorse soprattutto nel territorio italofono?

La crescente digitalizzazione rende sempre meno importante la collocazione geografica dei lavoratori. Proprio per questo la Pgi sta aumentando la propria attività fuori dal Grigionitaliano lasciando però i propri collaboratori nelle nostre zone per contrastare lo spopolamento delle valli. Inoltre, fra le varie misure «extraterritoriali» mi limito a citarne una di carattere strategico: pochi mesi fa il l’Assemblea dei delegati ha promosso la Pgi Engadina a Centro regionale, proprio per promuovere la nostra attività anche fuori dal territorio italofono. In particolare la Pgi vuole affrontare la deludente situazione della lingua italiana nella Regione Maloja: un organo formalmente trilingue dove l’italiano, nonostante la sua recente istituzione, è già bistrattato in ambito politico, amministrativo e mediatico malgrado la presenza di un comune italofono al suo interno e di una massiccia comunità di lingua italiana capillarmente distribuita in tutti i restanti undici comuni che lo compongono. Si tratta di una questione fondamentale anche per le specificità territoriali dell’Engadina, che fa da cerniera con le zone romance e tedescofone da una parte e la Valposchiavo e la Val Bregaglia dall’altra.


In concreto, visto che ci sono più italofoni fuori dal Grigionitaliano che all’interno e tutelarne l’identità linguistica e culturale è importante, perché esempio mantenere un operatore a Roveredo dove, secondo il rapporto del Centro per la Democrazia di Aarau, l’italiano non è in pericolo e non invece avere una presenza più incisiva in regioni tedescofone?

La presenza di un operatore e di un Centro regionale nelle valli grigionitaliane è stata fortemente voluta da tutto il Sodalizio, in un processo durato una ventina d’anni e democraticamente deciso dall’Assemblea dei delegati, il massimo organo della Pgi. Certo, il Centro regionale Moesano ha delle specificità dettate dall’ambito in cui opera: non si trova a dovere contrastare un palese processo d’intedeschimento ed è quindi proporzionalmente più piccolo degli altri “presìdi grigionitaliani”, visto che fa riferimento non a una, bensì a due valli (Mesolcina e Calanca), con una popolazione significativamente maggiore della Valposchiavo o della Bregaglia e con ben 8 sedi scolastiche attive. Inoltre anche le mansioni dell’operatrice moesana sono recentemente state ritoccate per dedicare parte della propria attività a progetti sovraregionali. Una Pgi senza un Centro regionale nel Moesano non permetterebbe di coltivare il senso di appartenenza al Grigionitaliano, d’incoraggiare lo scambio culturale e garantire lo spirito di solidarietà tra le regioni – come invece è tenuta a fare. Inoltre la vicinanza e i rapporti con il Ticino garantiscono collaborazioni in molteplici ambiti e una continuità con tutta la Svizzera italiana.


La promozione turistica e l’organizzazione di campi estivi sono certamente interessanti, ma non ricadono forse un po’ al di fuori del mandato e dall’ambito di azione della Pgi?

Il mandato e l’ambito di azione della Pgi è sancito nei nostri statuti: difendere e promuovere la lingua e la cultura italiana nel Cantone e nella Confederazione, come pure incoraggiare l’attività e lo scambio culturale. Ci atteniamo a questi princìpi in sintonia con il Cantone (che li precisa tramite gli accordi di prestazione), con le sezioni (che formulano proposte nel Consiglio delle sezioni) e con i nostri soci (che durante l’Assemblea dei delegati esprimono con il voto il proprio assenso, o meno, in merito al programma). Oltre a muoverci in un contesto ben definito e controllato, puntiamo a un ricco ventaglio di attività, per un pubblico variegato e mossi dalla volontà di promuovere sia la lingua italiana che la cultura grigionitaliana.


C’è tempo fino al 9 aprile perché Regioni / Comuni inoltrino richieste al Cantone volte a stipulare accordi prestazione nell’ambito culturale. Sul piatto ci sono due milioni di franchi all’anno, cosa sta facendo la Pgi per portarne una parte nel Grigionitaliano?

È effettivamente molto importante che anche il Grigionitaliano sia consapevole di queste opportunità e mi fa piacere che la questione sia stata sottolineata proprio recentemente anche da alcuni organi d’informazione. Da parte nostra non ci stanchiamo di ripetere ai rappresentanti delle regioni, dei comuni e degli enti che operano in ambito culturale quanto sia importante elaborare dei progetti idonei per attingere a questi fondi. I membri del Consiglio direttivo e dell’Ufficio della Pgi da anni si incontrano con i rappresentanti delle regioni, inoltrano al Cantone le richieste di sussidio di terzi e rendono attenti sulle opportunità che si sono aperte con l’entrata in vigore della nuova legge sulla promozione della cultura e la relativa ordinanza. Per la promozione della cultura tout-court, la Pgi non può sostituirsi al Cantone, che ha un mandato specifico legislativo e che può finanziare con mezzi più ingenti progetti ad ampio raggio, anche quelli che non hanno a che fare con la lingua o la cultura grigionitaliana.


Che cosa secondo la Pgi manca ancora nelle 80 misure indicate dal Governo e in che ambito?

Durante le consultazioni che hanno condotto alla stesura del documento in questione, tutti i partecipanti erano consapevoli che andava trovato un compromesso fra la tentazione di stilare un lunghissimo elenco di ciò che andrebbe fatto e la ragionevole necessità di limitare la lista a delle misure realisticamente fattibili nell’orizzonte temporale previsto. Si può discutere se 80 sia un numero che rispetti le due condizioni: c’è chi dice che sono troppe e c’è chi vorrebbe aggiungerne delle altre. Penso che il risultato sia un buon compromesso, nella migliore tradizione elvetica: un elenco ambizioso, ma raggiungibile e strutturato secondo le priorità più urgenti.


Quali riflessi ritiene abbia l’evoluzione demografica negativa nel Grigionitaliano sulla difesa della lingua?

Qualsiasi comunità affetta dal fenomeno dell’assottigliamento della sua fascia più giovane e produttiva deve temere per il proprio peso economico e politico. Inoltre, anche la popolazione che “rimane” incontra crescenti difficoltà a mantenere gli odierni standard di benessere. È un problema essenzialmente economico, aggravato dal fatto che la perdurante fase neoliberista svantaggia principalmente le realtà e i mercati piccoli come i nostri, che difficilmente possono battere la concorrenza aumentando la scala di produzione. Una possibile soluzione è quella di puntare sulla qualità, valorizzando i prodotti locali e mettere l’accento sui vantaggi delle zone discoste, dove regna un patrimonio naturalistico e artistico tutto da scoprire. Anche qui la Pgi non si può sostituire agli enti e alle organizzazioni preposte alle misure d’intervento per lo sviluppo economico. Però, visto che alla base di qualsiasi crescita economica c’è sempre un progresso culturale, la Pgi si impegna affinché nel Grigionitaliano ci sia una maggiore consapevolezza delle proprie radici culturali e di quanto sia importante viverle. È proprio in base a queste considerazioni che è nato il grande progetto delle «Giornate Grigionitaliane».


Cosa pensa del fatto che, ad esempio, a Coira vi siano molti insegnanti (di italiano e non solo) di origine grigionitaliana mentre in Valposchiavo un quinto degli insegnanti deve essere reclutato oltrefrontiera?

L’utilità delle 80 misure per la promozione delle lingue è quello di avere individuato anche in ambito formativo dei provvedimenti atti a garantire, in futuro, un numero sufficiente di insegnanti, adeguatamente preparati per tutte le regioni linguistiche e per tutti i gradi scolastici. Ad esempio l’Ufficio della formazione medio-superiore è stato incaricato di elaborare una strategia e di avviare concrete azioni d’intervento. La creazione e l’attuazione di tale strategia, e delle relative, misure avverranno tramite i mandati di prestazione 2021–2024, in collaborazione con l’Alta Scuola Pedagogica e le scuole medie interessate.


A proposito di diaspora: non trova indicativo il fatto che nessuno dei membri del Consiglio direttivo della Pgi risieda nel Grigionitaliano?

Dalla sua fondazione fino ad arrivare agli ultimi decenni, la Pgi ha sempre avuto membri del Consiglio direttivo che risiedevano fuori dal Grigionitaliano o perfino fuori Cantone. Ciò mostra l’attaccamento alla nostra terra e la disponibilità a sostenerne la causa, pur abitando lontano. Riferendomi ai miei colleghi del Consiglio direttivo, posso dire che per la Pgi è una fortuna potere contare su professionisti molto qualificati, ben radicati nelle proprie valli di origine e inseriti nella realtà sociale del nostro Cantone. Colgo anzi questa occasione per ringraziare loro, ma anche i nostri comitati dei Centri regionali – preziose antenne sul territorio – come pure le sezioni fuori dal Grigionitaliano, lontane dalle nostre valli e attive per difendere la causa grigionitaliana. La Pgi non ha un compito facile e deve la sua vitalità sia agli specialisti che lavorano al nostro servizio che alle numerose persone impegnate a titolo volontario nella nostra associazione, sia residenti nei Grigioni sia al di fuori. Voglio rivolgere a tutte queste persone, come pure ai nostri soci e agli «Amici della Pgi», il mio sincero ringraziamento.

 

Fonte: ilbernina.ch (13 aprile 2021)